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Incredibili Cover

Condotto da Alessandro Volpi. Regia di Federico Bogazzi

Programmato il


Una forma di egemonia culturale nell'Italia repubblicana


Cos’è l’egemonia culturale? All’argomento sono stati dedicati infiniti saggi, ma forse, con un po’ di ironia, non è così complicato provare a dare una risposta ad una simile domanda tanto impegnativa. Nel 1968, un giovane, ma già affermato Steve Wonder, che aveva inciso per la Motown, due anni prima, “A place in the sun”, una canzoncina scritta da Ronald Miller e Bryn Wells, decise di riproporla in italiano. In realtà già nel 1967, Dino, un cantante allora molto amato, aveva registrato per la Arc la cover del pezzo di Wonder con il titolo “Il sole è di tutti” e nel 1968 Domenico Paolella, l’inventore dei “musicarelli”, aveva persino girato un film con lo stesso titolo e con Dino protagonista. Di fronte a un successo così popolare, Wonder pensò di realizzare una cover della cover, incidendo una sua versione italiana di “Il sole è di tutti”. Si trattava di una delle tante cover che schiere di nomi blasonati registravano in un improbabile italiano, da Armstrong, a Bowie, a Plant, dando origine ad un fenomeno che esisteva solo nel nostro Paese.



Incredibili Cover prova a raccontare perché ciò avveniva unicamente da noi, mettendo insieme musica, storie e linguaggi e partendo dal fatto che il mercato discografico italiano era uno dei più ricchi del mondo, con milioni di dischi venduti; un mercato però che, a lungo, non era accessibile per i pezzi in lingua inglese per la resistenza del pubblico, del tutto digiuno di conoscenze in tal senso. Un mercato, in larga misura, ancora presidiato dalla censura che impediva la trasmissione radiofonica e televisiva di ciò che non era italofono. Accanto al mercato e alle sue regole, come vedremo, giocava un ruolo centrale nella fortuna delle cover la grande tradizione italiana del bel canto che continuava ad esercitare un’influenza importante sugli artisti e sull’immaginario internazionale.



Alessandro Volpi è docente di Storia contemporanea, di Storia del movimento operaio e sindacale e di Storia sociale presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa. Dal 2013 al 2018 è stato sindaco di Massa. Ha scritto numerosi saggi sulla storia economica italiana e internazionale. Sul rapporto tra musica e politica ha scritto “Fare gli italiani a loro insaputa. Musica e politica dal Risorgimento al ’68” (Pisa, Pacini, 2018) e “La rivoluzione mancata. La scomparsa di Demetrio Stratos e il difficile rapporto tra musica e politica negli anni Settanta” (Pisa, Pacini, 2017).


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