Verso la fine degli anni settanta, nasceva tra le provincie di Massa-Carrara e La Spezia, l’emittente locale comunitaria “Radio Attiva”.
Certo, erano altri tempi: l’etere era, più o meno, a disposizione di tutti, e nel campo dell’informazione non esistevano ancora grossi network, né monopoli o duopoli radio-televisivi. Non si parlava ancora di quelle che con orribile termine vengono dette da qualche anno “sinergie”, ossia non esistevano ancora grandi imperi massmediologici, con quel che ne consegue. La definizione stessa di emittente “comunitaria”, voleva già essere una specie di marchio di fabbrica, un netto distinguo dalle radio “altre”, quelle commerciali, quelle in cui disk jokey disinvoltamente ridanciani passavano i successi di San Remo o delle hit parade, alternandoli a spot pubblicitari che risultavano per lo più di dubbio gusto (come ora) e di pessima qualità (adesso invece un po’ migliorata). Del resto, un modo molto più incisivo per identificare le radio comunitarie era quello di chiamarle radio libere (“ma libere veramente”, come inneggiava un cantautore dell’epoca, ormai ,ahimè, attempato).
Dunque, Radio Attiva: solo musica di qualità ed impegno, tantissimo impegno culturale e politico, e soprattutto personale, in quanto solo il volontariato le permise di nascere e vivere, com’era per le radio consimili e sorelle. Se siete abbastanza giovani, potrete trovare l’atmosfera di quegli anni, fatta di grandi ideali e di piccoli drammi individuali e collettivi, nel bel film di Luciano Ligabue “Radio Freccia”. Se siete un po’ meno giovani, nel film l’atmosfera la ritroverete, respirandola come esercizio della memoria. Radio Attiva si impose da subito per i suoi precisi orientamenti: dalla scelta ambientalista, portata avanti con coerenza e decisione in un’area geografica in cui i problemi ecologici non sono mai mancati, a quella pacifista e non violenta; alla scelta “politica” di parte, intesa in senso ampio, per le minoranze e i deboli: certo collocata a sinistra, ma in una prospettiva fortemente libertaria, non direttamente legata a partiti o (come si direbbe oggi) schieramenti. Per una decina d’anni Radio Attiva fu la voce di tutto questo, e non solo: anche musica, certo, nella convinzione che, promuovendo l’ascolto di generi poco noti e allora ancor meno ascoltati, come il jazz, o il blues, si potesse contribuire a mutare il gusto e, perché no, le idee della gente.
Per una decina d’anni dunque proseguì questa feconda esperienza, fino ad esaurirsi per vari e diversi motivi, ma senza estinguersi completamente: un piccolo gruppo di appassionati la tenne viva, nel faticoso passaggio che la portò ad essere “Dimensione Radio”. Pur nelle crescenti difficoltà di carattere economico ed organizzativo, Dimensione Radio resistette alcuni anni, conservando intatto il patrimonio ideale di Radio Attiva: basti pensare al deciso programma di controinformazione portato avanti durante la guerra del Golfo, in collaborazione con la rivista “Avvenimenti”, dalle cui pagine nascevano gli stimoli e usciva la documentazione per i servizi che venivano realizzati e diffusi in quel doloroso inizio degli anni novanta. Ma, per quanto breve e tormentata, l’esperienza di Dimensione Radio fu importante anche per un altro motivo: fu lì infatti che affluirono nuove forze ed energie giovani, lì si formarono e si svilupparono capacità rivelatesi poi decisive per il successivo passaggio e l’ulteriore trasformazione, da Dimensione Radio a Contatto Radio.
Gli anni novanta hanno portato grosse novità e sostanziosi sviluppi nel campo dell’informazione e dell’emittenza radiotelevisiva, di cui qui non è luogo parlare, ma comunque a tutti ben note: Contatto Radio ha affrontato, e sta affrontando, queste novità, per non lasciare che il patrimonio di storia qui sopra tratteggiato a grandi linee vada completamente perduto. Molte difficoltà di adattamento alla nuova realtà, al cosiddetto “mercato”, sono state superate grazie all’aiuto dell’ARCI di Carrara, che ha sostenuto con convinzione (e non solo idealmente) la nascita e la crescita di Contatto Radio.
E’ risultata peraltro decisiva la scelta di entrare a far parte del network di Radio Popolare di Milano: questa scelta ha consentito di arricchire l’offerta agli ascoltatori, soprattutto dal punto di vista dell’informazione, ma anche di sostanziare lo spessore culturale della radio con programmi, musicali e non, di respiro nazionale e internazionale. Una scelta naturalmente mirata, ispirata soprattutto dalla comunanza di orientamenti e di scelte politiche ed ideali, in qualche modo avversa al senso comune globalizzante e concentrazionale. Una scelta fatta per vivere. Contatto Radio si prepara adesso ad una ulteriore trasformazione, a sostenere la quale chiama organizzazioni democratiche, cittadini, ascoltatori vecchi e nuovi: per continuare ad essere libera, ma libera veramente.
A cura di Riccardo Giromini.