Dalla zuppa Campbell alla morte di J.F.K. L’america di Andy Warhol
pubblicato da Redazione il 15 Ottobre 2013
Dalla ripetizione in serie del viso di Marylin Monroe e Liz Taylor alle lattine della Campbell’s soup, dalla sedia elettrica alla morte di John Fitzgerald Kennedy. Questa è l’America di Andy Warhol, il grafico pubblicitario che dalla provincia si trasferisce a New York per diventare famoso. E ci riesce, diventando uno degli artisti visivi che ha maggiormente influenzato l’arte del XX secolo.
Possiamo ammirare le sue opere a Pisa, fino al 2 febbraio 2014, al Palazzo Blu, in una mostra intitolata “Andy Warhol. Una storia americana” e ne parliamo a Meltin Pop con Walter Guadagnini, uno dei curatori della mostra, che ci parla della vita dell’artista e della sua capacità di percepire e leggere la società americana degli anni ’60-’70 e ’80. Si passa infatti alle grandi dive del cinema degli anni ’50 alla componente violenta, con la rappresentazione della sedia elettrica, pistole e la serie di coltelli (per noi molto familiare perché è stata scelta come copertina per il libro di Roberto Saviano “Gomorra“). Andy Warhol è un artista che “aveva capito tutto“, dice Walter Guadagnini, lui che cinquanta anni fa andava in giro con una piccola macchina fotografica per memorizzare le scene quotidiane, come facciamo noi oggi con i nostri smartphone, lui che aveva immaginato i famosi “15 minuti di celebrità per tutti“, che persone oggi ricercano sul web, magari caricando un video su Youtube, o partecipando ai talent show televisivi.
Più che un percorso artistico, un vero viaggio nella società americana e nella storia del XX secolo.
Per saperne di più, ascoltate l’intervista a Walter Guadagnini.